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Michele Lacava, tre poesie inedite

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Succede al fiume che si secca farsi letto per le carcasse mentre intorno l’erba cresce e noi seduti a domandarci perché qui non piove. L’acqua, un tempo, scorreva senza scomodarci cercavamo i ciottoli per valutare quali incidere. Li provavamo tutti: quelli lisci, quelli aguzzi, quelli scabri e frastagliati li toccavamo cauti per evitare di ferirci e lasciare il nostro sangue appiccicato come le promesse al tempo. La pioggia ancora non si vede. Ed è come se la lingua non avesse più saliva e le parole giunte alla salita non potessero più uscire. Rimarrebbero sospese, avvolte entro un nodo in gola stretto più dei denti quando vuoi urlare ma hai paura di svegliare ciò che non ti fa dormire. * Eravamo nel torto eppure chiedevamo l’amore. Nessuna voglia di corrergli incontro eravamo fiammiferi, qualcuno più brusco si accese. Tutto bruciò, consumandosi in fretta. Poi, il fuoco si spense la cenere fece il suo corso. Morimmo anche noi lasciando una luce negli occhi a chi stanco si arrese. Muore