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Manuel Lantignotti, cinque poesie inedite

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Mi troveranno con la guardia abbassata. Sarà un lunedì di festa, i sedili pieni di voci, una figlia col tuo stesso soprannome. Mi troveranno, saprò lasciarli andare: i frammenti del tuo sguardo, l’eucalipto e gli uragani dell’indomito mare. * Adeguarsi alle circostanze affidarsi al sole, alle maree e mai capire. Si dica che un senso l’ho voluto cercare o evitare, che invece di esplorare il mondo me lo sono fatto raccontare; ma se un giorno un pensiero incresperà le mie rive, ricorda: due cose le ho sapute fare. Essere un buon amico e amare. * Riposano sul tetto. La foglia che guardavo quando hai parlato al plurale; nella grondaia, quella che copriva la luna e mi hai chiesto di entrare; lì quella che vibrava nel vento quando ti ho stretta, senza respirare. Danzano, fragili momenti di un autunno che se tengo la tua mano, riesco a immaginare. * Cammino con sicurezza. Punto al fiore che cresce nel tuo pensiero, alle labbra rifugio dei nuovi inverni. Sei il paesaggio oltre la vetta, l’aria ...

"Anteprima Portosepolto": Manuel Lantignotti, "Vista parco", peQuod, 2022

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È tornato l’odore di resine nelle mie primavere, ora che mi accorgo della grandezza, la complessità di questo mondo di chi vi abita; che gratitudine, poter percepire e non comprendere mai. * Il ricordo è un passo tra le foglie, le vie del centro a carnevale, il calore della neve che sfiora. Partoriti in decenni bui, nessuno conserverà memoria di noi; eppure è stata vita, l’attesa del domani per ricominciare. Privi d’identità accogliere le cose incompiute cullarsi nelle crepe. * Guardi lente le cascine sfiorire. L’infanzia in periferia ricorda la solitudine dei capolinea: dà le vertigini non vivere agli estremi sentire che convergi lontano dalle campane della tua chiesa i portici nei giorni di pioggia gli amici, i sogni indicibili. * Nei peggiori degli anni, ti servo il cuore su un piatto che d’argento, non ha niente. Folle, mettere in gioco l’ultimo resto umano del mio cibernetico corpo, vedendo nell’amore speranza nonostante mia madre sia un letto singolo, mio padre una valigia. * Ho ...

Manuel Lantignotti, tre poesie inedite

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Eppure un luogo in cui sostare c’è, un fossile su cui riprendere fiato svuotare le scarpe dai granelli. Ecco, lasciate che tutto scorra e io, io sia l’unica cosa immutata e fragile. * Siete tutti crisalide, gocce d'ambra e cicatrici; quando non ricordate chi siete guardatemi la memoria: sarò custode di come vi ho conosciuti. Ho una lista senza fine di nomi, volti che ho promesso di dimenticare e giuro che farò spazio e giuro * In quel futuro i tuoi trucchi seccano nella trousse; dalla sala non vedo i tuoi piedi spuntare, né il cane tenerli al caldo. Un limbo di respiri dimezzati impresso su pellicole in celluloide, danneggiate, infiammabili. Le ricette dei block notes ho tentato di eseguirle; il tuo segreto è perduto i profumi non ritornano. * Manuel Lantignotti è nato a Milano nel 1994 e vive a Bollate, in provincia di Milano. Appassionato di teatro, inizia a recitare all’interno di una compagnia di Garbagnate Milanese con cui lavora tutt’ora. Attualmente sta lavorando alla sua p...