"Fresco di stampa": Luca Bresciani, "Ogni giorno un cielo diverso", collana Lietocolle, Ronzani Editore, 2022
Se la polvere ci parlasse di sé non racconterebbe niente ma ci direbbe delle crepe e dei ragni e dell’infelicità dei pavimenti. Svelerebbe l’ambizione dell’armadio di non vivere con un fianco cieco e la pena del chiodo nel sostenere ciò che gli è impedito di ammirare. Infine ci chiarirebbe la morte dopo l’appello delle sveglie quando dalla tenda alla trapunta un nugolo d’oro ci circonda. * Lo stesso peso sulle bilance in questo scontro tra ombre nella categoria minima della sete dove si sputa senza inghiottire. Finalmente possiamo odiarci avendo dei veri presupposti ora che niente ci distingue ora che nessuno ci sceglie. * È un’intervista alle pietre la trasparenza del fiume e tutto l’udito e tutta la vista sono un’unica coscienza: le distanze si compattano e nessuno vive da ultimo nell’acqua che riconosce i fragili della sua stirpe. L’oscurità della fretta è urgenza che non salva e la careggiata dall’altra parte è il regno che disattende. * Il gelo di dicembre sui muscoli delle macchi