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"Blocchi di partenza": Fabrizio Bregoli legge Alice Rugai

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PLUMBAGO Non plumbeo ma plumbago pende lo spirito presente con l’innocenza pornografica dei gerani in inverno; mentre la gente -senza avvicinarsi troppo- si fa tutta già teatro in quel modo che solo un laico può chiamare celeste. Cosa mi diceva mia madre da piccola, quando non avevo ancora memoria? “A certe persone piace essere tristi” o forse faceva solo versi. C’è un luogo che mi risuona in punta di piedi come si spia Babbo Natale che non esiste come per non sentire l’eco del proprio peso in quelli che se ne ricorderanno. Cosa mi diceva mia madre continuerò a dirmelo io a recitarlo come un rosario agnostico in tempi di apocalissi; continuerò a costituirmi anche se mia madre adesso dice altro. Non plumbeo ma plumbago questo aspettare alla frontiera che la gente guarisca dalle prossemiche, che possa finalmente toccare con mano la distanza come si guarda il basilico sui davanzali tedeschi. * La poesia di Alice Rugai è tutta centrata sul concetto di “distanza”, tema al quale ci vediamo i

Mauro Macario, "L'opera nuda", puntoacapo Editrice, 2021. Segnalazione di Fabrizio Bregoli

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C’è qualcuno là fuori? Vorrei cadere dall’alto di un verso maestoso e farmi male davanti a tutti con la testa spaccata e le vertebre incrinate il sangue che fluisce la paura di morire e gli eroismi in poesia che non servono più a niente affinché i poeti sappiano che siamo di carne e ossa che abbiamo mal di pancia e cataratte orecchie da siringare e culi brucianti l’essere sublime in odore di santità è un poveretto che reclama un cielo abitato un oceano capovolto senza pani né pesci l’essere sublime non confessa le sue miserie al calar della notte stura le sue abiezioni poi scrive con gli occhi rivolti alla trascendenza giurando fedeltà alla santa croce di un prelato i poeti non leggono i libri dei poeti sbuffano ridacchiano li buttano o li seppelliscono vivi nella loro sindone di cellophane ligi alla cerimonia funebre del silenzio pop star in un’arena solitaria si guardano l’ombelico perché alla poesia basta un lettore in tutto il mondo dicono eppure li sognano ad occhi aper

Poeti Oggi, chi siamo

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La redazione di Poeti Oggi Poeti Oggi  nasce il 28 gennaio 2020 da un'intuizione del poeta Luca Bresciani con lo scopo di diffondere la poesia contemporanea in lingua italiana tramite i social network Facebook e Instagram, dove vengono pubblicati i testi editi e inediti di poeti affermati e di poeti esordienti. Ogni pubblicazione è corredata della “grafica gialla” che è diventata la componente distintiva di Poeti Oggi.  L'incontro agevole ed elegante con il testo poetico proposto, ha da subito garantito a Poeti Oggi un numero importante di lettori e sono moltissime le candidature alla pubblicazione che giungono in redazione da autori e case editrici. Oltre alla programmazione ordinaria negli spazi di Poeti Oggi si sviluppano anche cinque rubriche: “Fresco di stampa” dedicata ai nuovi libri di poesia; “Blocchi di partenza” curata dal poeta Fabrizio Bregoli che presenta l’opera di un poeta esordiente; “Pietra angolare” gestita dal poeta Gabriele Borgna che suggerisce un libro di