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Manuel Lantignotti, tre poesie inedite

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Eppure un luogo in cui sostare c’è, un fossile su cui riprendere fiato svuotare le scarpe dai granelli. Ecco, lasciate che tutto scorra e io, io sia l’unica cosa immutata e fragile. * Siete tutti crisalide, gocce d'ambra e cicatrici; quando non ricordate chi siete guardatemi la memoria: sarò custode di come vi ho conosciuti. Ho una lista senza fine di nomi, volti che ho promesso di dimenticare e giuro che farò spazio e giuro * In quel futuro i tuoi trucchi seccano nella trousse; dalla sala non vedo i tuoi piedi spuntare, né il cane tenerli al caldo. Un limbo di respiri dimezzati impresso su pellicole in celluloide, danneggiate, infiammabili. Le ricette dei block notes ho tentato di eseguirle; il tuo segreto è perduto i profumi non ritornano. * Manuel Lantignotti è nato a Milano nel 1994 e vive a Bollate, in provincia di Milano. Appassionato di teatro, inizia a recitare all’interno di una compagnia di Garbagnate Milanese con cui lavora tutt’ora. Attualmente sta lavorando alla sua p

Domenico Cisternino, tre testi inediti

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Gerico Io sono un mercato di carne un contrabbando di sangue rosso e magnetico. Sono le teste mozzate di Gerico, le conchiglie negli occhi le colline di uomini a nord il filo che lega i miei morti senza soluzione. Aspetto il tempo: la metamorfosi dei fossili la carne-pietra sarà il mio gesto di rivoluzione. * Anatomia 1 Credono di darmi gli onomastici della carne. La mia carne è già sbattezzata, si nega ai loro raggi e alle risonanze e mi fiorisce sottopelle in rime plastiche e frattali. Occhi e ossa nel centro del petto, un tendine teso tra la bocca e il fondo della mente. Il dottore che mi guarda dentro a petto aperto getta il coltello e sospira immobile. Poi stacca un fiore dalla ghirlanda delle mie costole. * Precauzioni Nella fessura tra la pelle e il mondo otto dita di piombo otto metri di terra otto strati di kevlar. Sono dovute precauzioni, perché il mio cuore è un bioreattore è un’autoclave a settemila gradi ed il mio mondo un laboratorio di esplosioni. * Domenico Cisternino

Giulio Zambon, tre poesie inedite tratte da "usa e getta"

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sto aspettando la chiamata in cui qualcuno mi dice che sei morta che li avevi nascosti bene i dolci nei cassetti e che erano centinaia, vuote, le buste nel cestino io gli direi che lo sapevo, che te l’avevo detto la chiamata durerebbe un quarto d’ora sono molte le cose che muoiono in quindici minuti. * Teresa diluita dai farmaci, ha chiesto dal fondo del letto che era un abisso di vedere sua figlia ancora di vederla ancora una volta l’infermiera che più le somigliava, allora si è sporta, le si è fatta vicino le ha detto «mamma ciao, mamma» non ha impiegato molto, la trasparenza a salirle fino agli occhi guardarla, ormai era guardare l’acqua in un bicchiere: attraverso sotto, il cuscino. * potrebbe entrare qualcuno, adesso, accoltellarci ma tu su questo letto l’acqua nelle tubature nei muri qualcuno potrebbe accoltellarci, adesso, entrare e sarebbe nitido e improvviso il bianco della lama nella schiena ma tu dormi, amore amore, dormi non si può rompere questa cosa, questo dappertutto ch

Elisa des Dorides, tre poesie inedite

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Il deserto S'è sparso, sembra, dalle grondaie alla sera, un senso di polvere e dinamite come licenza di follia che confina e chiude. E tutti hanno preso a ritirarsi in casa come i panni dopo il lavaggio sbagliato come la marea dopo la luna. Solo il contadino s'attarda in strada col suo trattore, astronave di terra in mezzo al deserto. * Non parla Settembre Della stessa festa sono la luce del mattino il temporale che si libera il ritrovato tepore a sera. Lasciami tra gli indugi che fanno nuovo il mese, nella nostalgia porosa di me, sull'erezione dei buoni propositi prima dei poi. Mi preme un vermiglio dolciastro in petto e lasciar andare risuona come la campanella di una scuola lontana. * Colonne d’Ercole Dove abiti Ebe? In prossimità della dispensa a rosicchiare gli spigoli o vicino alla bocca del fiume. Terrazza su Wuhan: l’uomo piccolo ha legato i piedi per imitare gli uccelli che dimenticano e non migrano. * Elisa des Dorides  è una copywriter di 35 anni che vive e lavor

Claudia Di Palma, tre poesie inedite

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scrivere: sporgersi dalle labbra e poi tornare nell’ombra, nel punto preciso in cui la luce si rompe alla fine della frase togliere la coperta del nome e lasciare la cosa la rosa tentare una nudità impossibile * Sarebbe stato meglio non imparare questa splendida architettura di significati, questa trappola per i topi. Ma ormai è tardi e sono imbrigliata nel paradosso della parola. Resto nella prossimità invalicabile del sangue. * Scrivere è un verbo strappato al deserto. Non disseta, non sazia. Assomiglia a un altro verbo: sparire nella sabbia dorata di una promessa. “ Avrai fame e sete e ti darò acqua e sostanza ma quando avrai mangiato e bevuto svuoterò le tue viscere perché voglio parlare con te. Il mio alfabeto è una domanda.” * Claudia Di Palma , nata a Maglie nel 1985, vive e lavora a Lecce. Tra le sue esperienze più importanti si annovera la passione per il teatro. Ha collaborato con "Astragali Teatro" (2005) e "Asfalto Teatro" (2006/2012) e attualm