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"Fresco di stampa": Giuseppe Semeraro, "Da qui a una stella", AnimaMundi, 2021. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Tendiamo braccia verso un altro corpo abbiamo un’artiglieria nel petto avanzano tremando le mani cercando nel viso dell’altro uno spigolo dove germogliare l’orlo di una bocca dove arrampicarci dove osare un fiore. * Vorrei seguire una fila di formiche e scivolare in un abisso minuscolo chiudermi nel bozzolo della terra e gocciolare giù in qualche crepa affondare l’unghia in ere sepolte nascondermi in qualche tesoro sigillare il mio respiro nella pietra fossilizzare l’anima in una spirale ringraziare tutta la materia madre. * La vera Babele è questo corpo, lingue che ancora consumano la matrice di ogni parola, suoni che per secoli abbiamo masticato e sputato si aggrappano ancora allo stesso senso, pesi di voci che dalla notte dei tempi ci portiamo nella bocca, nutrimento segreto di ogni nostro verbo, custodiamo ancora il vecchio ceppo il sacro suono di ogni cosa nominata, ancora come la prima volta quando abbiamo detto: madre, padre, albero, sole, fame e poi guerra, amore, fratello, lo

Claudia Di Palma, tre poesie inedite

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scrivere: sporgersi dalle labbra e poi tornare nell’ombra, nel punto preciso in cui la luce si rompe alla fine della frase togliere la coperta del nome e lasciare la cosa la rosa tentare una nudità impossibile * Sarebbe stato meglio non imparare questa splendida architettura di significati, questa trappola per i topi. Ma ormai è tardi e sono imbrigliata nel paradosso della parola. Resto nella prossimità invalicabile del sangue. * Scrivere è un verbo strappato al deserto. Non disseta, non sazia. Assomiglia a un altro verbo: sparire nella sabbia dorata di una promessa. “ Avrai fame e sete e ti darò acqua e sostanza ma quando avrai mangiato e bevuto svuoterò le tue viscere perché voglio parlare con te. Il mio alfabeto è una domanda.” * Claudia Di Palma , nata a Maglie nel 1985, vive e lavora a Lecce. Tra le sue esperienze più importanti si annovera la passione per il teatro. Ha collaborato con "Astragali Teatro" (2005) e "Asfalto Teatro" (2006/2012) e attualm

Valentina Colonna, "Stanze di città e altri viaggi", Nino Aragno Editore, 2019. Segnalazione di Claudia Di Palma

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Quando per sbaglio mi chiedono cosa sia questo indicibile fare, per un momento penso a una contemplazione insistente delle ore come un rito. Riempire di cucchiai la caffettiera e avvitare le forme. Aspettare che la fiamma scaldi e guardare alla finestra la luce ferma che cambia gli sguardi degli oggetti e dei viventi. * Vedi, le campagne qua a sud si stendono in pianura, nel miracolo di secoli, ulivi a tronchi grossi, sinuosi di fianchi e chiome bruciate, da curare di un amore vasto sino al centro vivo di ogni ramo. Le campagne di ragni nascosti in terre incenerite. Tra i muri a secco arrossare i pomodori e i fichi gonfiare in un odore di latte che appiccica alle dita tra le more, a onorare la processione degli amanti in mezzo ai campi di silenzio. Impero di crisalidi, involucri ninfali sui tronchi innamorati del nostro cammino di stagioni. * Valentina Colonna  nasce a Torino nel 1990. Ha pubblicato nel 2010 la sua prima raccolta di poesie  Dimenticato suono  e suoi testi sono apparsi