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Martina Maria Mancassola, poesia inedita

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Non è solo un temporale è un teletrasporto nella stagione autunnale sentire - della pioggia - addosso le sensazioni, il freddo umido degli addii mai digeriti. Ora i fiori hanno orecchini con cui uscire la sera e indossano spolverini per impedire alle gocce di scivolare giù. E così la pioggia lascia assaporare l’autunno in estate, lascia spazio al futuro come se in ogni lampo ci fosse un fotogramma che appartiene al domani e non all’oggi. L’attesa diventa leggera e tu impari la pazienza - che ancora non sai tenere tra le mani. Facile è seminare aspettare il frutto difficile. * Martina Maria Mancassola (Verona, 1992) è scrittrice, poetessa e operatrice certificata in scrittura terapeutica. Ha pubblicato il romanzo epistolare Diario delle fragilità (NewBook, 2024) e la raccolta poetica Quando il mattino apre gli occhi (Eretica, 2025). La poesia contemporanea in lingua italiana

"Fresco di stampa": Alberto Pellegatta, "Piccola estate", Guanda, 2025

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Per i problemi di cuore degli aceri voglio solo che questo libro prenda sonno. Sul retro di un volantino politico il colibrì fa la voce grossa. * Non possiamo più stare nella stessa poesia. Al corpo, dopo la voglia, al posto della virgola non basta la grammatica. Ti lavi i denti in una bella casa – da parte materna viceré del Messico l’inizio di un brano di Saint-Saëns nell’altra stanza. Quando litighiamo si accende l’idromassaggio. Parliamo come i piccoli quando nessuno li guarda del colore spagnolo delle pesche. * Quando è scoppiata la guerra ero in Spagna tu cucinavi canticchiando, efficiente nel vizio. Era complice il marzo numerato. Il punto è proprio non essere se stessi. Amante del sonno ma deciso nella veglia insicuro nella mischia, tenace nella frode. Smettila di pensare in francese. Se si avverassero i sogni parlerei spagnolo dalla nascita e tu saresti ancora viva. * Età approssimativa 75 anni. Per voi è estate, per lui inizia l’autunno scorso. Troppo tardi per tornare alle v...

"Fresco di stampa": Luca Pizzolitto, "Prima dell’estate e del tuono", peQuod, 2025

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Del fuoco conservi antica memoria, la misura del passo prima della caduta il ramo ritorto la spina del pruno la veste gualcita del tempo dalle lampare la luce scolora il buio muore la grazia nell’afa di luglio madre di ogni rimpianto, salvezza dei corpi santissimi dei naufragati. * Nel gioco di specchi è vuoto il cielo, il canto che amavi tra le rive veleno del tempo il morso del fiore Itaca è il mare, il mare che ci separa. * Corpi d’ulivo obliqui nell’acqua corpi nel vento di marzo corpi nel sangue, benedetti. È la bianchezza terribile della morte è la forma inesatta del cielo gli anni perduti la rovina di luce i deserti, le stanche paure. * Brucia l’inverno dei dimenticati brucia il segno del cielo prima della caduta qui dove dimora il niente qui dove è salva la parola fuori la finestra tutto tace: dolce è nascere oggi, sulla tua schiena. * Divise acque della mia sete madre che stringi al silenzio lo spazio sacro della resa il nero vessillo del gorgo – è l’angelo che tende la mano l...

Valentina Calista, poesia inedita

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Stai nel silenzio del corpo Non sappiamo nulla dell’eterno, se non che dobbiamo vivere per morire e vivere nuovamente dopo. Ma io e te lo troviamo nel corpo l’eterno, nelle pianure del ventre nostro, nei dirupi della carne. Qui l’eterno lavora da secoli nella tua bocca, nella mia quando prego, e nelle spalle che portano l’orizzonte. E tra i tuoi denti a stringere la mia vita. * Valentina Calista , nata a Roma nel 1983, è una professionista versatile attiva nei campi dell'educazione, della letteratura e della musica. Ha pubblicato le raccolte La vertigine dell’andatura e Carne Sacra . Attualmente è al lavoro sul suo nuovo libro di poesie Geografie d’amore . La poesia contemporanea in lingua italiana

"Anteprima Portosepolto": Massimiliano Mandorlo, "Almadìra", peQuod, 2025

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C’è una crepa, una frattura nelle cose e c’è un momento esatto per entrare in quel punto incandescente con lo sguardo incendiato degli umili e dei santi. * La poesia è un viaggio incendiato verso la trasparenza. * C’è un momento del giorno in cui le cose rinascono dall’ombra e allora devi entrare nella grande luce che ti aspetta, baciare la pietra, toccare questa terra santa, ascoltare i primi nomi: cielo, larice, abete, vento luminoso, ogni cosa è qui e ti attende nel suo silenzio incandescente. * Riviera Surrealismo romagnolo, felliniano. Camminare tra gli scheletri degli alberghi e dei bar coperti da tavole di legno e cellophane, in attesa dell’estate. Sono navi arenate contro il cielo e le dune di sabbia. Qua e là, sulla battigia, cumuli di almadìra e detriti portati dal mare, come se il vero volto della Riviera fosse qui, in questo silenzio sospeso delle cose, nel lungo inverno che si prepara a rinascere. * In Dante l’intuizione – la vista che penetra e non esaurisce la visione. R...

Nadia Agustoni, poesia inedita

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Palestina dove Dio cammina fino al mare cammina nella sua assenza parla alla sabbia sa i nomi di tutte le cose, sa che i nomi                  non servono a niente se nelle foglie degli ulivi tutto è polvere se l’ombra degli uccelli è un cielo rotto la distanza tra la luce e l’umano. * Questa poesia è pubblicata anche su Incroci on line , all'interno dell'iniziativa "Per Gaza: parole come pietre" * Nadia Agustoni (1964) scrive poesie e saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste, antologie, lit-blog. Del 2024 è la raccolta  Avrei voluto da giovane solo vivere , pubblicata da Nino Aragno editor e, del 2021 è [la casa è nera] , Vydia editore, del 2020 è Gli alberi bianchi , Gialla oro Pordenonelegge-Lietocolle, del 2017 è I Necrologi , La Camera verde, del 2016 è Racconto , Aragno, del 2015 Lettere della fine , Vydia editore e la silloge [Mittente sconosciuto] , Isola Edizioni; del 2013 è il libro-poemetto Il mondo nelle cose (LietoColle)....

BUONE VACANZE!

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La poesia contemporanea in lingua italiana

Veruska Vertuani, finalista Premio Poeti Oggi 2025

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Trieste, 1973. Marco Cavallo, azzurro destriero in cartapesta, arriva in Piazza Unità d’Italia seguito da 600 internati al Manicomio. Primo tentativo di libertà e recupero della dignità della persona, sancito, nel 1978, dalla “Legge Basaglia”. Marco Cavallo libera tutti (“Legge Basaglia”) [màt-to]. Non una qualità non un peccato; matto come nome proprio di persona. Erano gli sguardi persi nel vuoto ad aver dato casa a un cavallo, nero come le grida senza volto, come gli occhi fluidi di mercurio per quella febbre che brucia le sinapsi e manda in cortocircuito il senno. Marco, così lo avevano chiamato, tirava il carretto pieno di stracci, dismessi come quelli da poco, i simili a lui, scesi dalla giostra della società civile e saliti sul giogo dei giorni tutti uguali. [màt-to]. Non una qualità non un peccato, matto che a forza di stare là dentro era un nome comune di cosa. Marco imbiancò la groppa, lo fecero scendere dalla giostra dei cavalli per andare al macello. “E batto i piedi i pugn...

Anna Salvini, due poesie inedite

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Supernova Semino indizi con le parole perché di noi ci possa essere un giardino, un luogo segreto per passeggiare nell'inverno e farci voce del verbo radicare da alberi spogli, lo vedi, come ci stanno bene le foglie, come siamo riparo per chi trema e tutto si trasforma: abbiamo nuovi corpi per essere gentili, stringere un'alleanza dare una forma al sogno possiamo rifiorire, non c'è altro dalla morte divenire incanto grembo dove si raccoglie la sera. * Corpi celesti Toccare con mano è il mio dolore preferito lo faccio sapendo di non salvare nulla non ha importanza può bastare anche solo un travaso, da te a me ti accolgo con tutto il carico di non amore perché non vivo in pace se ti sei smarrito, se il cuore ha rallentato il passo e il firmamento del tuo corpo imploso in un enorme buco nero non servirà parlare: la grazia, lo spasimo leggero dei polpastrelli sull'alfabeto braille, faranno appello a tutti gli astri della volta celeste, il tatto a ricomporre la parola, la go...

Alfredo Rienzi, finalista Premio Poeti Oggi 2025

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Da dietro i muri i vivi contano i morti col pudore di voci grigie come nel sottovento di palude dietro i veli i morti contano i vivi ne misurano i passi, nel planare delle cause. Ne scorgono i pensieri arsi e sfioriti d’elitre ronzanti ne hanno compreso il cieco tempuscolo stanno ridendo d’ogni loro gesto (solo la manutenzione dei denti sanno essere atto senza vanità) * Alfredo Rienzi (1959) ha pubblicato numerosi volumi di poesia. Tra le pubblicazioni più recenti ricordiamo i libri Partenze e promesse. Presagi (puntoacapo, 2019), Sull’improvviso (Arcipelago itaca, 2021) e Custodi ed invasori (Arcipelago itaca, 2024). Suoi testi poetici tradotti sono stati pubblicati in Romania, America latina e Russia. Ha fondato e gestisce il lit-blog “Di sesta e di settima grandezza”. La poesia contemporanea in lingua italiana

"Anteprima Portosepolto": Nicoletta Carlan, "Staccarsi dalla roccia", peQuod, 2025

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Dentro Cerco la penna per incidere la rinascita all’abitudine della parola. Per uno sguardo altro sul crocus nato adesso, sul tronco morto, d’uccelli e funghi casa, adesso. Non lo so di chi è la traccia che mi parla nel chiasso del bosco. * Dai giganti Non mi hai giurato nulla ed io Ti parlo nella notte Non mi hai promesso nulla ed io ti ammiro nei bianchi giganti tra l’acqua di fiume che scorre Non mi hai soddisfatto ed io Ti cerco ancora per riposare. * Quante volte essere vecchi La voce tua pigra, senza un faro nutre il fantasma del bosco bruciato nutre i sospiri di richieste inciampate di fiori doppi, carnosi, magenta dell’oleandro velenosi. * Ovunque Sospeso nella notte, appare il giorno. Le foglie scosse dal vento mi svelano voci inudite, bercia la terra di sassi, rifiuti e mozziconi spenti; sopra, la lucertola immobile al sole. Di ferite di crescita ed elevazione mi stupiscono i tronchi lisci dell’ailanto invadente, amato solo dalle api. Steli d’erbe diverse, tra loro intrecciat...

Giovanni Odino, finalista Premio Poeti Oggi 2025

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Intendere Ti mobilitano l’intendere: gli strappi nei materassi dai sogni affogati nel memory , i mulinelli di condensa degli elicotteri nelle umide mattine odorose d’erba e di fioriture promesse, i fumi tossici scaturiti dalle sgasate nei vani tentativi di sfarfallare le valvole desmodromiche, e i cervi volanti, le cicale, i grilli, gli stercorari, fino alla polvere di caolino sui rovi di more; è compagnia scontata: la traccia odorosa delle carezze promesse, i suoni minacciosi delle televisioni, le sedie scomode, il divano dalla pelle scamosciata unta da epidermidi multiple, le tazze debordanti di creme con amarene, di pesche al barbera, di caffè corretti, di sapori residui sulla lingua, insieme al lisozima, nelle stanze sommerse dalle maree lunari. * Giovanni Odino , classe 1948. Nel 1963 si iscrive al corso di pianoforte presso il Conservatorio di Musica di Bologna. Nel 1968 si arruola come Pilota di Elicottero dell’Esercito. Nel gennaio 1972 lascia la vita militare e inizia la carri...