Post

Visualizzazione dei post con l'etichetta Claudia Di Palma

Vanni Schiavoni, "Quaderno croato", Fallone Editore, 2020. Segnalazione di Claudia Di Palma

Immagine
Plitvička jezera Si rapprendono con lentezza le foreste dense nel parco di Plitvička diga del cielo per questo bacino che attraverso a guado col mio pallore ridicolo e le gambe indurite ai polpacci verso la tua felicità slacciata sulle guance a ruota di quell’incedere veloce che non ti stanca che ti porta ogni volta alle cime che cerchi una miccia brillante che detona il mondo. Ti cerco nello sguardo un segno del mio stesso smarrimento o l’avanguardia di un sentire non ancora collaudato: a quale forma diresti uguale tutto questo o almeno simile a qualcosa di già vissuto? Sarà diverso da adesso ogni vortice dell’acqua la spossatezza da una rampa di scale la diffidenza per ogni cosa che nasca liliale l’ombra attorno che si crede indelebile e la notte che viene puntuale. * Split Non spiega molto dei nodi marinari l’avvicendarsi dei tramonti a largo di Split quando il sole si piega all’orizzonte tenendosi per le dita senza dare punti di decisione. Tutto si specchia come in un contagio a co

Luca Benassi, "Istruzioni per la luce", Passigli Editori, 2021. Segnalazione di Claudia Di Palma

Immagine
(dubbio) Accade a volte – il filo del corpo curvo nel piacere delle mani, gli occhi aperti al buio del respiro – che sei sul crinale, i piedi sulla lama bianca delle rocce, le braccia aperte all’orlo delle cime, fra i valloni pieni di silenzio. È lì che tenti il dubbio dei passi, – da una parte il giglio della neve dall’altra il nero della pietra – e tremi alla parola, al suono del sasso che cede alla scarpata nella domanda non posta, nell’eco dell’amore perduto fra i crepacci: scegliere è trovare una mano tesa l’argento della croce, un rosario nell’aria rarefatta della voce. Non importa il sentiero, il versante la cresta corrosa dai muschi, importa le dita che tengono la corda la stretta della pelle contro il vuoto il dono della fede che dipinge l’alba sul tuo volto. * (diabete) Di me non si possono amare gli incroci delle vene le nervature verticali dei vasi dove il sangue dolce si mangia la carne nel precipitare degli asterischi sulla carta opaca dei referti. C’è chi mi legge così:

Mattia Cattaneo, "Partiture di pelle", Architetti delle Parole edizioni, 2021. Segnalazione di Claudia Di Palma

Immagine
  rivendicata nei silenzi abitata di memoria questa parola in cui partorire immagini tra abissi e arterie scorro l'inverno: folle condividere i suoi muti cenni passo tra le tue vertebre: chiavi che aprono cammini. * guardati da una parete che trema giura di chiudere gli occhi fino a quando le parole dimenticate si spoglieranno nel paradiso della loro memoria. * qui non sono mai stato eppure ti chiamo casa da queste persiane intrise di memoria sensoriale luoghi che sanno come bruciare la sete. * Mattia Cattaneo è Nato a Trescore Balneario (BG) nel 1988, abita a San Paolo d’Argon (BG) ed è laureato in Scienze della comunicazione. Ha pubblicato con Antologica Atelier Edizioni tre sillogi poetiche: Dritto al cuore  (2016), La luna e i suoi occhi  (2017) e Tracce di me  (2018).  Collabora con l’attore e poeta Carlo Arrigoni in varie letture teatrali sulla shoah e la liberazione d’Italia: i due nel Novembre 2019 hanno dato vita alla loro associazione artistico-teatrale “Architetti delle

"Fresco di stampa": Giuseppe Semeraro, "Da qui a una stella", AnimaMundi, 2021. Segnalazione di Claudia Di Palma

Immagine
Tendiamo braccia verso un altro corpo abbiamo un’artiglieria nel petto avanzano tremando le mani cercando nel viso dell’altro uno spigolo dove germogliare l’orlo di una bocca dove arrampicarci dove osare un fiore. * Vorrei seguire una fila di formiche e scivolare in un abisso minuscolo chiudermi nel bozzolo della terra e gocciolare giù in qualche crepa affondare l’unghia in ere sepolte nascondermi in qualche tesoro sigillare il mio respiro nella pietra fossilizzare l’anima in una spirale ringraziare tutta la materia madre. * La vera Babele è questo corpo, lingue che ancora consumano la matrice di ogni parola, suoni che per secoli abbiamo masticato e sputato si aggrappano ancora allo stesso senso, pesi di voci che dalla notte dei tempi ci portiamo nella bocca, nutrimento segreto di ogni nostro verbo, custodiamo ancora il vecchio ceppo il sacro suono di ogni cosa nominata, ancora come la prima volta quando abbiamo detto: madre, padre, albero, sole, fame e poi guerra, amore, fratello, lo

Claudia Di Palma, tre poesie inedite

Immagine
scrivere: sporgersi dalle labbra e poi tornare nell’ombra, nel punto preciso in cui la luce si rompe alla fine della frase togliere la coperta del nome e lasciare la cosa la rosa tentare una nudità impossibile * Sarebbe stato meglio non imparare questa splendida architettura di significati, questa trappola per i topi. Ma ormai è tardi e sono imbrigliata nel paradosso della parola. Resto nella prossimità invalicabile del sangue. * Scrivere è un verbo strappato al deserto. Non disseta, non sazia. Assomiglia a un altro verbo: sparire nella sabbia dorata di una promessa. “ Avrai fame e sete e ti darò acqua e sostanza ma quando avrai mangiato e bevuto svuoterò le tue viscere perché voglio parlare con te. Il mio alfabeto è una domanda.” * Claudia Di Palma , nata a Maglie nel 1985, vive e lavora a Lecce. Tra le sue esperienze più importanti si annovera la passione per il teatro. Ha collaborato con "Astragali Teatro" (2005) e "Asfalto Teatro" (2006/2012) e attualm

Valentina Colonna, "Stanze di città e altri viaggi", Nino Aragno Editore, 2019. Segnalazione di Claudia Di Palma

Immagine
Quando per sbaglio mi chiedono cosa sia questo indicibile fare, per un momento penso a una contemplazione insistente delle ore come un rito. Riempire di cucchiai la caffettiera e avvitare le forme. Aspettare che la fiamma scaldi e guardare alla finestra la luce ferma che cambia gli sguardi degli oggetti e dei viventi. * Vedi, le campagne qua a sud si stendono in pianura, nel miracolo di secoli, ulivi a tronchi grossi, sinuosi di fianchi e chiome bruciate, da curare di un amore vasto sino al centro vivo di ogni ramo. Le campagne di ragni nascosti in terre incenerite. Tra i muri a secco arrossare i pomodori e i fichi gonfiare in un odore di latte che appiccica alle dita tra le more, a onorare la processione degli amanti in mezzo ai campi di silenzio. Impero di crisalidi, involucri ninfali sui tronchi innamorati del nostro cammino di stagioni. * Valentina Colonna  nasce a Torino nel 1990. Ha pubblicato nel 2010 la sua prima raccolta di poesie  Dimenticato suono  e suoi testi sono apparsi